Milano
50mila in corteo. PD e polizia schierati in difesa dei sionisti della “Brigata ebraica” contestati a più riprese dalla piazza. Molti manifestanti si uniscono al PMLI. Applaudita e salutata a pugno chiuso la combattiva delegazione lombarda del Partito. Superfotografati i cartelli sul 25 Aprile e contro il governo Renzi

Redazione di Milano
Più di 50mila manifestanti sono scesi in piazza a Milano, città Medaglia d’Oro alla Resistenza, nel pomeriggio di sabato 25 Aprile per celebrare il 70° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Al tradizionale concentramento in Porta Venezia sono giunti antifascisti di tutte le età, dai giovani di allora che avevano vissuto e combattuto il fascismo fino ai giovani d’oggi che si battono contro la devastazione del diritto allo studio e al lavoro e la devastazione ambientale perpetrata dall’odierno regime neofascista oggi governato dal Berlusconi democristiano Renzi, a livello nazionale, e dal fascioleghista Maroni e dal neopodestà arancione Pisapia a livello regionale e cittadino.
Anche quest’anno il colore prevalente del corteo, che ha raggiunto infine piazza Duomo, è stato il rosso. C’erano con le loro insegne sezioni dell’Anpi e dei deportati dell’Aned, questi ultimi coi cartelli neri riportanti i nomi dei lager nazisti. C’erano intere famiglie con bambini, delegazioni dei sindacati confederali e non confederali, dei partiti, dei comitati migranti, dei centri sociali e di associazioni cattoliche, di atei razionalisti (UAAR) e umanitarie come Emergency. E poi nutrite delegazioni delle associazioni per i diritti dei migranti, dei movimenti NO TAV e NO EXPO, tantissimi i giovani tra studenti medi e universitari e lavoratori precari e disoccupati associati in comitati di lotta contro la precarietà lavorativa, il Jobs Act e il modello di sfruttamento del lavoro gratuito, sottopagato e senza diritti di EXPO 2015.
Non sono mancate le contestazioni contro il governo del nuovo Berlusconi Renzi rinfacciate ai rappresentanti del PD che col loro spezzone hanno inoltre rallentato il corteo (il cui percorso è stato anche raddoppiato) per impedire che la parte più combattiva di questo raggiungesse Piazza Duomo per sonoramente contestare i comizi dei pro-EXPO neopodestà arancione Pisapia e del Segretario generale CGIL Camusso.
Lo spezzone del PD, coadiuvato da un cordone di polizia in tenuta antisommossa, ha coperto le spalle a quello dei sionisti sfilato dietro lo striscione che ricordava la “Brigata ebraica” sionista - ossia il “Jewish Infantry Brigade Group” inquadrata nell'esercito britannico durante le ultime battute dell’avanzata degli Alleati in nord Italia – i cui militi tornati in Palestina hanno dato il loro fondamentale contributo nell’invadere, massacrare ed opprimere il nativo popolo palestinese.
Al grido "Fuori i sionisti dal corteo", lo spezzone sionista è stato fortemente contestata in piazza San Babila ed anche dietro piazza Duomo al punto di arrivo della manifestazione. Un folto gruppo di attivisti solidali con la Palestina del centro sociale “Vittoria” hanno protestato esponendo le bandiere palestinesi e striscioni con su scritto: "Contro il sionismo e l'imperialismo la memoria dei partigiani vive nella Resistenza" e "25 aprile, liberazione dal fascismo e dal sionismo", mentre altri cartelli riportavano le cifre e le date del “genocidio dimenticato” dei palestinesi (in polemica col papa Bergoglio che ha strumentalmente ricordato solo quello degli armeni tra l’altro affiancandolo a quelli inventati dai falsari storici anticomunisti attribuiti calunniosamente a Stalin e a Pol Pot).
Tra i manifestanti è spuntato anche un carro allegorico del Centro sociale “Cantiere” sui quali campeggiavano le caricature di Renzi e del caporione fascioleghista Matteo Salvini (quest'ultimo rappresentato con un elmo cornuto) con frasi contro il razzismo e l’austerità.
Anche quest’anno l’avanguardia antifascista dell’intero corteo milanese l’ha rappresentata indubbiamente il PMLI con la combattiva delegazione lombarda e uno schieramento di rosse bandiere del Partito (alcune delle quali abbinate con quelle dei Maestri) e di cartelli con i manifesti del PMLI sul 25 Aprile e quello contro il governo Renzi che mostra quest’ultimo mentre stringe la mano al suo maestro piduista Berlusconi, ambedue con il fez fascista. Molti manifestanti l’hanno fotografato ed anche applaudito con palese approvazione.
Al concentramento i marxisti-leninisti hanno diffuso centinaia di copie di un volantino riportanti estratti dall’editoriale de Il Bolscevico n. 17 dal titolo “Facciamo rivivere lo spirito della Resistenza”. Diffuse con successo anche alcune copie de Il Bolscevico n. 17 stampate a colori per l’occasione.
“Il 25 Aprile non si tocca, onore e gloria ai partigiani” risuonava dal megafono del PMLI cogliendo l’approvazione come altri slogan tipo quelli per l’applicazione delle norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione anche affinché si contrasti la proliferazione assistita dei gruppi squadristici nazifascisti tra i quali Casapound e Lealtà Azione che stavano contemporaneamente, in sfregio al 25 Aprile, commemorando la cosiddetta “repubblica sociale italiana” di Mussolini esponendo le sue bandiere fasciste e ostentando saluti “romani” al campo 10 del Cimitero Maggiore, evidentemente sentendosi forti dell’impunità che l’attuale regime neofascista gli concede.
La delegazione del PMLI – guidata dal compagno Angelo Urgo coadiuvato dal compagno Alessandro Frezza – per la qualità politica delle parole d’ordine scandite e per le canzoni partigiane e comuniste proposte (“Bella Ciao”, “Fischia il Vento”, “Bandiera Rossa”, ecc.) ha attirato attorno a sé ed al suo seguito sempre più manifestanti di ogni età suscitando applausi e saluti a pugni alzati da chi sostava ai bordi del corteo. Applausi ai nostri compagni anche per gli slogan “Il Jobs Act e da affossare, il governo Renzi è da cacciare”, “I migranti non sono clandestini, abrogare la legge Bossi-Fini”, “Israele razzista, stato terrorista”, “Palestina libera”, “Le spese inutili sono da tagliare, missioni di guerra da cancellare, fuori dai confini nemmeno un militare” e “Viva il compagno Giuseppe Stalin, terrore dei borghesi, terrore dei fascisti, terrore di tutti i falsi comunisti”.
In Piazza Duomo si sono svolti i comizi conclusivi di Giuliano Pisapia, Susanna Camusso, dell’insegnante Irene Barichello e di Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell'ANPI.
Fatto salvo l’intervento della Barichello (che ha denunciato i tagli alla scuola pubblica, la precarietà alla quale sono condannati gran parte degli insegnanti, la politica scolastica di Renzi e Giannini, la libertà d’azione concessa nelle scuole alle organizzazioni nazifasciste, l’oblio sulla memoria storica della Resistenza partigiana), tutti gli altri si sono dichiaratisi, chi più e chi meno per la “difesa della Costituzione” democratico-borghese del ’48 non certo per denunciare la sua attuale storpiature de iure - come sul Titolo V e sul pareggio di bilancio – e la sua cancellazione de facto – tramite le vigenti leggi incostituzionali della seconda repubblica neofascista – ma per affermare che questa addirittura sarebbe ancora operativa.
Nessuna fattiva attualizzazione antifascista è venuta dai comizi (tranne forse una timida denuncia della Camusso contro Renzi “uomo solo al comando”) mentre il PMLI ha portato fin davanti al palco i suoi cartelli per far comprendere alle masse che occorre far rivivere l’autentico spirito della Resistenza lottando per spazzar via il governo del Berlusconi democristiano Renzi che sta realizzando il piano fascista della P2, che occorre impedire il completamento della seconda repubblica neofascista e l’avvento di un altro ventennio col volto di Renzi dopo quelli di Berlusconi e Mussolini. Con la sua propaganda il PMLI ha ancora una volta stimolato il proletariato a prendere coscienza che il suo compito storico è quello di abbattere il capitalismo, conquistare il potere politico e instaurare il socialismo – che è la società che avevano in mente anche gli antifascisti e i combattenti partigiani più avanzati e coscienti – senza il quale non sarà mai possibile cambiare veramente l’Italia e liberarsi per sempre dallo sfruttamento e dal fascismo.
Viva il 25 Aprile!
Gloria eterna alle partigiane e ai partigiani!
Teniamo alta la bandiera della Resistenza e dell’antifascismo contro il governo del Berlusconi democristiano Renzi e la seconda repubblica neofascista, per l’Italia unita, rossa e socialista!

29 aprile 2015